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giovedì 30 dicembre 2010

Buon 2011 da "Mandi Mandi"!!

TORONTO - A tutte le amiche e a tutti gli amici di "Mandi Mandi", i più cordiali auguri di uno splendido 2011. Speriamo che l'anno nuovo ci possa regalare sorprese gradite e possa cancellare i dispiaceri del passato. Auguriamoci prosperità, fortuna e soprattutto salute. "Mandi Mandi" ha in serbo per voi nuovi progetti e contenuti, che andranno a migliorare il legame tra le diverse comunità friulane che abitano i cinque continenti. Tutti noi soffriamo un po' la lontananza dalla "madre patria", soprattutto in momenti di festa e di celebrazioni religiose. Auspichiamo di poterci tornare presto ad abbracciare i nostri cari... Nel frattempo ancora auguri di cuore di un felice anno nuovo, dagli amici di "Mandi Mandi" Paolo Canciani e Mattia Bello.

domenica 12 dicembre 2010

Il cuore bianconero spazza la Viola, standing ovation al Friuli

UDINE - Un siluro dai 40 metri di un terzinaccio e un tap-in vellutato del capitano hanno regalato tre punti pesantissimi agli uomini di Guidolin contro la Fiorentina. I ragazzi di Mihajlović erano andati in vantaggio a sorpresa con un tiro di Santana sporcato da Zapata, su cui Handanovic non è apparso del tutto impeccabile. Ma è l'Udinese ad aver fatto la partita, meritando ampiamente l'intera posta in palio, anche a discapito della direzione arbitrale di De Marco, non propriamente casalinga. L'undici bianconero è stato esemplare sotto tutti i punti di vista, sfoggiando brillantezza atletica e trame di gioco da grande squadra, tanto che patron Pozzo ha chiosato: “prestazione di alto livello”. Di Natale e compagni hanno spinto sull'acceleratore sin dai primi minuti, mettendo sotto pressione l'avversario, apparso abulico e senza idee. Centrocampo muscolare, terzini fluidificanti, attacco tutto sprint e fantasia hanno dominato il match, che ad un certo punto è apparso a senso unico. Ma nel momento migliore dei friulani, arriva la beffa con il vantaggio viola. Mutu e compagni chiudono il primo tempo sullo 0-1. Il grande merito dell'Udinese è stato quello di continuare a spingere a testa bassa, senza innervosirsi neppure dopo un rigore non concesso per fallo di mano avversario sul tiro di Sanchez. La porta difesa da Avramov è stregata fino a metà della ripresa, quando Armero decide di esplodere un sinistro alla dinamite e portare i suoi sull'1-1. Guidolin lancia l'arrembaggio, buttando nella mischia Denis. A dieci minuti dalla fine la punta argentina fa a sportellate con Comotto e si inventa un assist delizioso per Di Natale, che mette il sigillo sul match e sale a quota dieci gol stagionali, diventando il capocannoniere della serie A. L'Udinese raggiunge Sampdoria e Inter (con una partita in meno per l'impegno mondiale) al settimo posto a quota 23 punti, distante tre lunghezze dalla terza piazza occupata da Palermo e Roma. Sette gradini più su c'è la zona Champions, con Juve, Napoli e Lazio appaiate al secondo posto. Proprio la Lazio sarà la prossima avversaria dei bianconeri, nel match di domenica al 12.30. Pensare di vincere all'Olimpico contro una delle squadre più in forma del momento è forse troppo, ma è ora di fare punti anche in trasferta. C'è bisogno di un salto di qualità, soprattutto mentale, perché l'Udinese vista finora fuori dalla mura amiche è un'immagine da film horror.

domenica 5 dicembre 2010

Crespo 2 - Presepio bianconero 1

UDINE - 35 anni e non sentirli. Hernan Crespo suona la carica e porta alla vittoria il Parma contro una Udinese in versione presepio di Natale. Eh sì, perché nella partita degli ex - l'anno scorso le panchine erano invertite, con Marino che si riscaldava con la grappa di Pozzo, mentre Guidolin si consolava con il prosciutto di Ghirardi - i bianconeri hanno pensato bene di fare le belle statuine e perdere l'ennesimo treno che li avrebbe proiettati nelle posizioni nobili della classifica. Svogliato, intimidito, immaturo, l'undici di capitan Di Natale ha fatto un altro passo indietro. Siamo alle solite, dopo una prestazione buona in casa (quella contro il Napoli, ndr) arriva la beffa in trasferta. Ma al "Tardini" non ci sono scuse, sul campo non si vedono i fenomeni che vestono le maglie di Milan, Juve o Inter, qui corrono giocatori normali, che semplicemente fanno il proprio dovere, ingrediente che serve a raggiungere la salvezza, non la Champions League. C'è da chiedersi quale sia la vera Udinese, quella spigliata al "Friuli" o quella rammollita in trasferta. E soprattutto c'è da capire dove possa arrivare questa squadra, che ha evidentissimi problemi tanto difensivi - non si possono prendere due gol da un allegro 35enne, anche se dal passato illustre - che in fase d'attacco, con l'immenso Totò Di Natale a fare da unico terminale offensivo. Floro Flores e Denis non sembrano poter garantire almeno dieci gol a campionato, mentre il Corradi visto l'anno scorso non dovrebbe nemmeno far parte della rosa di Guidolin. La speranza è che esploda definitivamente el "Niño Maravilla" Sanchez, e che magari si torni sul mercato a gennaio, perché dalla cessione di Quagliarella patron Pozzo non ha investito un euro su una punta che lo potesse sostituire degnamente. Ora l'Udinese occupa un anonimo decimo posto, e sabato prossimo alle 18 ospiterà la Fiorentina, fresca della vittoria contro il Cagliari per 1-0.

giovedì 2 dicembre 2010

Julian Fantino è il nuovo deputato del distretto di Vaughan

TORONTO - Julian Fantino ce l'ha fatta, è lui il vincitore delle suppletive nel distretto di Vaughan. Il neo deputato farà parte del governo Harper grazie al 49,1% delle preferenze con 19.260 voti, avendo battuto il rivale Genco per un migliaio di voti (46,6%). L'ex capo della polizia ha ottenuto il consenso degli elettori in una roccaforte liberale, era infatti da ben 22 anni che i conservatori incassavano cocenti sconfitte. Per Fantino le priorità sono posti di lavoro, problemi degli anziani ed economia, oltre alla lotta contro il crimine, “che deve essere sempre tenuta in grande considerazione”.

Colonia Caroya chiama Toronto: “Mandi furlans”!

“Il destino va preso per quello che è: ogni giorno è un'opportunità, un regalo che qualcuno ci ha fatto”, direbbe Giampiero Mughini. Penso che questo aforisma sia proprio vero. Ne ho avuto conferma sabato scorso, quando sono stato ospite di “Fuarce Furlans”, la trasmissione radiofonica della comunità friulana di Colonia Caroya, nel cuore dell'Argentina. Tutto nasce da un'amicizia su Facebook con Claudio Roya, che decide di farmi una sorpresa meravigliosa coinvolgendomi nel suo programma, seguito non solamente in Sud America ma anche in Friuli, grazie alle frequenze di “Radio Onde Furlane”. Chi avrebbe mai immaginato di trovare una trasmissione cugina di “Mandi Mandi” in giro per il mondo?! E invece è successo, ed è stato bellissimo. Abbiamo parlato delle diverse realtà che vivono i friulani tra Argentina e Canada. Ho avuto il piacere di conoscere Colonia Caroya, un vero e proprio “Piçul Friûl”: nato nel 1878 con un contingente di friulani, fino a 30-40 anni fa era popolato esclusivamente da nostri corregionali. Oggi la città ha 24.000 abitanti e più della metà sono friulani, arrivati addirittura alla settima generazione. Prossimamente posterò un'intervista a Claudio, intanto gustatevi il sito di “Fuarce Furlans”!

Calligaris, il design friulano conquista Toronto


Il leader nel settore dei complementi di arredamento è arrivato in Canada. La settimana scorsa l’azienda Calligaris ha aperto il suo primo negozio nel cuore di Toronto, al 170 di King Street East. Presente all'inaugurazione Alessandro Calligaris (nella foto), presidente dell'azienda e al vertice di Confindustria del Friuli Venezia Giulia. Il Gruppo Calligaris è stato fondato nel 1923 e ha sede a Manzano (Ud). Con un fatturato 2008 che si aggira sui 170 milioni, conta 750 dipendenti, cinque stabilimenti produttivi di cui uno in Croazia, distribuisce i suoi prodotti in oltre 12 mila punti vendita in ben 90 Paesi, con filiali in Usa e in Giappone. (Foto di Fabian Garzon).

domenica 28 novembre 2010

E' festa contro il Napoli, grazie Babbo (Di) Natale!

UDINE - Il capitano in versione Babbo Natale regala doni e punti preziosi ai tifosi bianconeri. E' vero, manca un mese alle festività religiose, ma la tripletta con cui Totò ha portato l'Udinese alla vittoria contro il Napoli, città in cui è nato e che tiene nel cuore, ha un sapore dolcissimo. La sfida con i partenopei è sempre stata "particolare", per motivi sportivi e di antipatia fra tifoserie. Aver ottenuto i tre punti è un omaggio apprezzatissimo da tutti i friulani, che riempie ancor più di orgoglio e riaccende la classifica. Il match di ieri è finito proprio come quello di un anno fa, con gli uomini di Guidolin che affondano la compagine di Mazzarri con un secco 3-1. Protagonista assoluto, come detto, Totò Di Natale, semplicemente strepitoso. Il capocannoniere della scorsa stagione prima trasforma il rigore procurato da Sanchez, poi si inventa una prodezza da genio del pallone, piazzando la sfera sotto il sette del palo lungo, con un esterno destro dai 30 metri a dir poco terrificante - a fine partita dirà che è il gol più bello della sua carriera -, infine va in rete addirittura dal corner, con la complicità di Hamsik. Proprio lo slovacco è l'autore del 3-1, trovando una staffilata che buca l'incolpevole Handanovic. Ma il portierone della nazionale slovena non vuole perdere la sfida personale con "Marechiaro", e quando il talentuoso centrocampista gli si ripresenta davanti dagli undici metri è Samir a fare il fenomeno, parandogli il rigore e scacciando i fantasmi di una possibile rimonta dei campani. La vittoria è strameritata e vale l'ottavo posto in classifica, in comproprietà con la Sampdoria, a quota 20 punti. Solo quattro gradini sopra la Juventus condivide il terzo posto proprio con il Napoli. Il sogno Champions League è ancora alla portata dell'Udinese, ma non ditelo al "sacchiano" Guidolin, che da sempre predica "umiltè". L'obiettivo dichiarato ad inizio stagione è la salvezza, ma francamente la squadra ha dimostrato di poter ambire ad un posto in Europa. La convincente prova con il Napoli va a cancellare dalla memoria la nefasta trasferta di Roma, finita 2-0 a favore dei ragazzi di Ranieri, grazie al gioiello di Menez e alla perla di Borriello. E' vero, guardando solamente agli episodi i bianconeri non avevano demeritato del tutto. L'Udinese aveva colpito una traversa con Domizzi e un palo clamoroso con Sanchez, senza dimenticare il gol annullato a Denis al 92', segnatura assolutamente valida. Quello che non ha convinto è la prestazione. E' mancata totalmente la mentalità operaia, la grinta che ti porta ad andare a mille, la voglia di arrivare primi sui palloni e creare pericoli concreti agli avversari. Caratteristiche che fanno parte del dna del club di patron Pozzo, qualità che sono alla base della fantastica prestazione contro il Napoli. Babbo (Di) Natale a parte.

mercoledì 24 novembre 2010

Christian Romanini, un veterano del blog tutto in friulano

Oltre 170.000 visite complessive in quasi 5 anni di vita (è stato inaugurato nel l'8 marzo 2006), ma soprattutto completamente in lingua friulana: il blog di Christian Romanini si presenta come il più longevo tra i blog in lingua friulana ancora in attività. Nato in occasione delle elezioni amministrative che portarono l'autore del blog all'elezione di consigliere comunale di Majano (Ud) (fu eletto 3° per numero di preferenze della propria lista e 2° all'interno del proprio partito, ndr), negli anni il blog "Un vôs zovine, une vôs libare" ha ampliato l'offerta degli argomenti trattati. Non più solo ciò che "al sucêt a Maian e dulintor" ma un'attenzione sempre crescente anche agli argomenti che riguardano il Friûl più in generale e la lingua friulana. Christian Romanini da anni collabora anche con la rivista in lingua friulana "La Patrie dal Friûl" e il blog è stato un elemento fondamentale di questa collaborazione: "Se no ves cjapade la strade di vierzi il gno blog, forsit la amicizie cun Dree Venier (il fondatore de "il Furlanist" il primo blog in lenghe furlane, ndr) no sarès nassude: insiemit dopo o vin decidût di impegnâsi te redazion di chest storic mensîl e sul imprin i nestris colaboradôrs a jerin tancj blogarins (neologismo par furlan che definisce il blogger, ndr) che o vin contatât grazie ai nestris blogs". Christian ci spiega ancora: "Ancje se i gnûfs social networks come Facebook a àn modificât ancje l'ûs dai blogs, o resti simpri sorprindût se o pensi a ce che chest imprest mi à dât: cuant che o fevelavi di plui dal gno paîs, o scuvierzevi che tante int che no varès mai pensât che e fos blogarine atente e presinte sul blog e cuant che o ai slargjât il gjenar dai argoments, o ai tacât a jessi contatât simpri di plui ancje di furlans pal mont. I ten a marcâ la sielte di doprâ il furlan che mi à permetût di rindimi cont de potenzialitâts che la lenghe furlane e à come "lenghe francje" tai rapuarts cu lis nestris comunitâts ator pal mont. E il fat stes che e sedi nassude cheste amicizie cul blog di "Mandi Mandi" e je la conferme che i rapuarts tra furlans in Patrie e furlans tal mont no puedin lâ indevant dome cui sistemis tradizionâi".

Il libro "Il capitano"


Dopo una lunga attesa, uscirà nelle librerie "Valerio Bertotto - Il Capitano", il libro in cui la bandiera storica delle Zebrette ripercorre tutta la sua carriera e i suoi trascorsi nelle fila dell'Udinese. Un racconto lungo 144 pagine che esalta non solo l'aspetto sportivo di Valerio ma anche il suo lato umano. Da qui la decisione di destinare parte del ricavato delle vendite alla Onlus bianconera “Udinese per la Vita” che lo devolverà a favore della ristrutturazione delle nuove aree del Centro Clinico "NEMO" dell'Ospedale Niguarda di Milano. Il libro “Valerio Bertotto - Il Capitano” sarà in vendita dal 23 novembre, al prezzo di copertina di 17 euro nelle principali librerie d'Italia e online sul sito web www.minervaedizioni.com.

venerdì 19 novembre 2010

Dal Friuli agli States con la musica degli Arbe Garbe


UDINE - Pier Paolo Pasolini faceva del friulano un uso letterario. Gli Arbe Garbe lo utilizzano per scrivere musica popolare, “contaminando” il proprio suono con generi diversi e collaborazioni internazionali. Cantare in lingua madre non è una scelta - sì, il friulano è una lingua minoritaria e non un dialetto, riconosciuta dall'Unione Europea, proprio come il catalano e il basco in Spagna -, bensì significa aprire il cuore e far parlare la propria identità. A giugno è uscito il loro sesto disco “The great prova”, frutto della collaborazione con il famoso chitarrista statunitense Eugene Chadbourne, artista poliedrico che in carriera ha lavorato con John Zorn, Fred Frith, Derek Bailey e molti altri. A dispetto di quello che si può credere, la musica degli Arbe Garbe non è di nicchia. Il quintetto ha all'attivo circa 400 concerti tra Italia, Germania, Austria, Svizzera, Slovenia, Croazia, Spagna, Svezia, Serbia, Argentina e Uruguay. Inoltre è stato ospite di trasmissioni radiofoniche nazionali, come “Caterpillar” e “Fuori giri”, e programmi televisivi, quali “Follie rotolanti”, “No Roads” e “La Storia siamo noi”. Il gruppo è composto da Federico Galvani (fisarmonica e voce), Roberto Fabrizio (chitarra), Marco Bianchini (batteria), Flavio Zanuttini (tromba) e Giacomo Zanuttini (tuba). 
Partiamo dal nome, Arbe Garbe, in italiano “erba cattiva”. C’è qualche attinenza con l’erba che si fuma?
«Ah, malpensante! In realtà Arbe Garbe è un nome inventato che per noi rappresenta le erbacce infestanti delle monoculture. Non puoi estirparle rimangono a rappresentare la forza delle biodiversità. Il nome parte dal concetto di agro, aspro, acerbo, mescolato all’erba, che di per sé è la cosa più diversa e simile che si conosca, che come noto, per ignoranza mettiamo tutta nello stesso fascio. Ci piace la diversità ed abbiamo un atteggiamento libertario su molti temi, ma in tempi questi, dove il diavolo ha più accessori che anime, come diciamo in una canzone, preferiamo legarci alle radici delle erbe selvatiche, che danno prospettive più solide, verrebbe da dire “meno fumose” di altre».
La vostra musica è una contaminazione di generi, lingue e tradizioni, ulteriormente arricchita da collaborazioni internazionali. Come si fa a costruire un progetto “organico”?
«Suonare assieme non basta! Pensare, riflettere,discutere sono per noi elementi essenziali per costruire un futuro. Un progetto si costruisce “sapendo chi sei e dove vai”. Le varie contaminazioni non sono capitate tutte per caso. Le abbiamo desiderate, cercate, costruite. Ci siamo abbandonati a varie influenze culturali sempre tenendo d’occhio il percorso che ci eravamo prefissi. Abbiamo rischiato la deriva, forse anche il naufragio, per esempio in Argentina, dove abbiamo suonato con un forte shock culturale positivo. Per fortuna qualcuno di noi, a turno, ha avuto sempre l’accortezza di farsi legare all’albero maestro per non cedere al richiamo delle sirene del mare».
Proponete musica folk, popolare. Di cosa parlano i vostri testi?
«Riprendiamo il senso della musica popolare, che canta della vita e del proprio mondo. Alcuni testi sono tradizionali, ma per la maggior parte usiamo la nostra prospettiva, che è particolarmente scentrata. Veniamo dal confine nord orientale dell’Italia e siamo abituati a guardare il mondo in modo sbilenco. Ci piacciono le storie di margine, saporite, quelle che leggi tra le righe della storia. L’ispirazione la troviamo in quello che ci accade attorno e che cantiamo».
Cosa significa “agropunk”?
«“Agropunk” è il termine che meglio riassume non solo la nostra musica, ma anche l'attitudine e il contesto. Da quindici anni facciamo prove in un'azienda agricola che produce il vino biodinamico più buono del mondo (Az. Agr. Vignai da Duline), la nostra realtà musicale è costantemente influenzata dalla realtà agricola di Lorenzo il titolare dell'azienda nonché primo bassista cofondatore del gruppo. Nel suo caso si può dire che applichi l'irruenza e la sincerità punk all'agricoltura, mentre il nostro modo di fare punk è molto agreste: un agricoltore deve imparare a rispettare il terreno che coltiva e in maniera sinergica ricavarne i migliori frutti, per noi il nostro terreno è la tradizione musicale di questa zona e il punk è la coltura che ci stiamo coltivando».
Cantate prevalentemente in lingua friulana e in dialetto beneciano (minoranza slovena del Friuli orientale), ma anche in italiano, inglese e spagnolo. Come mai questa scelta?
«Non è tanto una scelta quanto la nostra storia. Le lingue che usiamo per i nostri testi sono lingue che abbiamo a cuore perché le abbiamo imparate attraverso le nostre esperienze di vita. Suonare in giro per il mondo è un'opportunità che ti permette di conoscere persone nuove con culture e tradizioni completamente diverse dalle tue, un arricchimento che non ti lascia mai indifferente. Crediamo in un concetto di identità aperta che viene costantemente arricchita dalle esperienze della vita, per noi queste lingue e certe sonorità che esulano dal contesto tradizionale friulano ormai ci appartengono, quanto “O ce biel cjscjel a Udin”».
In Italia e all’estero molti considerano il friulano un dialetto (nemmeno una lingua) di poco conto, legato al vissuto contadino e che si sta perdendo. Il friulano è ancora una lingua viva?
«Col nostro ultimo disco è successo qualcosa di simpatico che forse centra con questo. In precedenza la stampa storceva il naso per il fatto che usavamo lingue desuete, ma quando, in “The great prova”, le abbiamo mescolate all’americano, sono diventate immediatamente un valore aggiunto, potremmo definirle cool. Funny, isn’t it? In realtà la differenza tra lingua e dialetto è una questione controversa. Il friulano, come spesso le parlate minori, è proprio di una civiltà che aveva un profondo e complesso rapporto con la natura, ed un minor legame con la tecnologia. Queste parlate sono miniere di saperi coagulatisi nei millenni. Parole così dense e reali che sembrano fatte della materia delle cose che nominano. Difficile fare previsioni per il futuro, non è improbabile che queste parlate possano estinguersi, in particolare se non riusciranno a produrre nuove prospettive. Sarebbe un peccato, ma sicuramente di nuove ne nasceranno».
Avete mai toccato il tema dell’immigrazione, friulana e non?
«Ovviamente, ne siamo anche protagonisti. Il nostro legame con l'Argentina ha portato addirittura ad un matrimonio trans-oceanico per un componente del nostro gruppo. Quotidianamente veniamo a contatto con l'immigrazione e l'emigrazione, persone a noi molto care hanno fatto voli di quindici ore sola andata e parlare di questo tema come fosse una cosa appartenente al passato è bizzarro. Da quando esiste l'umanità l'uomo migra per mille motivi, a volte torna sui suoi passi. Un nostro brano parla proprio di questo, si intitola “Oh Moj Sin” e lo trovate nell'album “Iubilaeum”».
Pochi mesi fa è uscito il vostro sesto disco, “The great prova”. Come è nata la collaborazione con Eugene Chadbourne?
«Alcuni di noi avevano ascoltato qualche suo disco e quindi musicalmente un po’ lo conoscevamo e quando l’associazione culturale Hybrida gli ha organizzato un concerto in Friuli lo abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto di passare una giornata con noi in sala prove. Ha accettato la proposta e abbiamo passato un’intera giornata suonando insieme. In quell’occasione abbiamo registrato Birthday, una cover dei Beatles, che successivamente Chadbourne ha voluto inserire nell’album “Roll over Berlosconi” uscito nel 2010 per la Interbang Records. Questo succedeva un anno e mezzo fa. Dopodiché, l’inverno scorso abbiamo ricontattato Chadbourne per vedere se era possibile fare dei concerti insieme, visto che tornava in Europa e che ci eravamo salutati con un “Maybe we can play a gig together”. E così abbiamo organizzato un mini tour da cui è nato “The Great Prova”. Il bello è che questa collaborazione non è finita qui e stiamo già pensando a qualche altra data per il prossimo anno».
In che modo avete fatto convergere la vostra “musica per ballare”, con quella “per pensare” del chitarrista statunitense?
«Diciamo che questa convergenza è nata in maniera spontanea probabilmente perché tra il nostro modo di intendere la musica e il suo ci sono più affinità di quanto possa sembrare. Mentre noi abbiamo cercato di prendere la musica popolare della nostra terra e contaminarla con le nostre influenze musicali, soprattutto con il punk, Chadbourne ha fatto sue le musiche popolari degli Stati Uniti, blues country western e le ha mescolate con il free jazz e l’improvvisazione radicale. In questo modo penso che entrambe le tradizioni musicali abbiano guadagnato vitalità. Unendo il tutto è nata la musica di “The Great Prova” in cui si può sentire punk, country, free jazz e folk in un unico disco».
A differenza della maggioranza delle band attuali e dai talent show televisivi, che ricercano la perfezione stilistica e sonora, voi avete optato per l’“imperfezione”. Perché?
«La dimensione live è quella che ci dà più emozione e ci coinvolge di più, sia musicalmente che mentalmente che fisicamente, e penso che questo si noti durante i nostri concerti. Come per il precedente album “Bek” anche il prossimo disco lo registreremo “live in studio” perché siamo convinti che ricreando quella dimensione riusciremo a rendere il nostro suono più potente e allo stesso tempo naturale. Se poi per perfezione stilistica intendi quei suoni patinati e puliti che vengono usati nel pop mainstream, allora evviva l’imperfezione».
A dispetto di quello che può sembrare, la vostra musica non è di nicchia. Avete alle spalle 400 concerti in giro per il mondo. Qual’è il vostro segreto?
«E’ la magia del punk e del folk. Sono musiche dirette e senza troppi fronzoli e arrivano dappertutto, come l’influenza».
Sareste perfetti a Toronto, una delle città più multiculturali del mondo. Avete mai pensato di esibirvi in Canada?
«Ne saremmo lieti. Sì ci piacerebbe mescolarci culturalmente col Canada, probabilmente anche a costo di discuterne con un grizzly».
A quali gruppi vi ispirate?
«All’inizio sicuramente i Pogues e i Clash hanno esercitato una forte influenza sulle sonorità del gruppo e anche i Whiskey Priests, gruppo semisconosciuto che si autoproduceva tutto, dai dischi alle tournee. In questo momento sicuramente quello con Chadbourne e la sua musica è stato un incontro fatale, che ci ha stregato e aiutato molto. Altri gruppi a cui siamo legati sono i The Ex (un gruppo olandese che fa punk noise e che in questo momento sta collaborando con un sacco di musicisti africani e con i migliori jazzisti d’avanguardia europei), NoMeansNo, Fugazi, Tiger Lillies, senza dimenticare le musiche popolari della terra in cui siamo cresciuti e del mondo».
All’attivo avete ospitate radiofoniche ed apparizioni televisive in Rai. Qual’è il prossimo passo?
«Detronizzare i mass media, demolendo e fondendo i nostri strumenti musicali, tramutando i nostri concerti in feste esplosive ma allo stesso tempo terapeutiche. Sperando che la gente si riappropri del modo giusto di far festa (magari per una sera dimenticandosi della televisione). Quegli “antichi sapori” che solo le feste paesane avevano. In realtà stiamo lavorando duramente al nostro disco nuovo, poi vedremo che canali promozionali si apriranno. Con l’ultimo siamo stati parecchio programmati nelle radio indipendenti italiane».
State partecipando a diversi progetti, anche al di fuori del mondo musicale. Ci spiegate cosa sono “Bande Garbe”, “Croz Sclizzâz” e “Trio Bestie, Snait!”?
«Quelli che citi sono alcuni dei progetti paralleli che abbiamo portato avanti nel tempo. Siamo sempre stati aperti a collaborazioni di qualsiasi tipo, cercando di resistere alla costruzione di un’identità precisa e riconoscibile. Quello dell’ego dell’artista nella nostra civiltà è un vecchio tema. Cerchiamo antidoti per non diventare troppo uguali a noi stessi per evitare di rimbambirci. Allora collaboriamo con altre realtà. La “Bande Garbe” è una brass band situazionista, che si esibisce quando e per chi ci vuole, in cambio di una birra e un panino. I “Croz Sclizzâz” sono il nostro primo progetto con un cantautore, nel caso Fabian Riz, un bluesman dei nostri colli. Il “Trio Bestie” era una nostra versione da strada da cui è nato un altro progetto di musica balcanica che ora segue un nostro ex componente. “Snait” è invece un progetto di cooperazione decentrata con un quartiere di Buenos Aires. Si tratta solo di alcuni dei ponti che abbiamo costruito negli anni. Abbiamo collaborato con moltissime realtà, musicasi ma anche teatro e poesia. Ci piace collaborare per crescere».
Cosa avete in cantiere per il futuro?
«Stiamo lavorando su un nuovo disco che uscirà nei primi mesi del 2011. É un album di soli pezzi inediti scritti da noi, è dal 2004 che non produciamo un lavoro simile. Da quell'anno ci sono stati molti cambiamenti e sono successe molte cose che spesso non hanno reso possibile l'uscita di lavori inediti. Da meno di un anno abbiamo cambiato formazione, rinnovando anche la sonorità complessiva. Questo, unito all'esperienza fatta con Eugene Chadbourne, ci ha stimolati molto dal punto di vista compositivo e creativo e ora siamo pronti a far uscire un disco nuovo».

mercoledì 17 novembre 2010

Lingua ed identità, carte vincenti anche nel mercato del lavoro

Editoria in basco, produzione audiovisiva in gallese, specializzazioni imprenditoriali slovene in Italia, promozione turistica ladina nelle Dolomiti. Tutti esempi di come sia possibile usare la propria lingua minoritaria per valorizzare il territorio e i suoi prodotti. Il convegno intitolato "Minoranze linguistiche e imprenditoria. Lingua, identità, professionalità", tenutosi a Udine il 13 novembre per volontà della cooperativa "Informazione Friulana", società editrice di Radio Onde Furlane, ha messo in luce diverse realtà aziendali di successo nel panorama europeo. Un mercato di nicchia, con potenzialità importanti, anche oltreoceano. L'iniziativa rientra in una serie di eventi per la celebrazione dei trent'anni della società organizzatrice.

Note liete per il mensile "La Patrie dal Friûl"


Le note musicali incontrano quelle imprenditoriali della Cassa di Risparmio FVG. E sì perché la "La Patrie dal Friûl", mensile in lingua friulana con sede a Gemona (UD), ha appena dedicato la copertina a Megan Stefanutti, neo vincitrice del Festival della canzone friulana. C'è spazio anche per il "Premi Friûl" di Onde Furlane e i fumetti in lingua madre. Le sorprese potevano finire qui? Certo che no. La Cassa di Risparmio FVG ha trovato un accordo con il mensile per la distribuzione della rivista in tutte le filiali della storica banca nelle provincie di Gorizia, Pordenone e Udine. Se passate da quelle parti non perdetevi l'ultimo numero della "La Patrie dal Friûl"!

martedì 16 novembre 2010

Yes, we can Fantino!


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Dinosauri a fumetti, ecco il nuovo libro tutto in friulano


Il giornalista e blogger Andrea “Dree” Venier presenta il  nuovo libro “I Gnognosaurs 2”, con protagonisti i piccoli e coloratissimi dinosauri a fumetti in lingua friulana. Il lavoro, da lunedì in distribuzione, è stato annunciato in rete: chi volesse scoprire le “gnognosorprese” che gli autori hanno riservato ai propri lettori, non perda altro tempo... Il blog è ricco di giochi ed approfondimenti, ottime risorse per coltivare la lingua friulana con il sorriso stampato in viso. Buon divertimento!


domenica 14 novembre 2010

Di Natale show, l'Udinese stende il Lecce e vola al settimo posto

UDINE - Gol, punti e spettacolo. Nella dodicesima giornata di campionato, l'Udinese serve il poker ed incenerisce un Lecce piccolo piccolo dell'ex De Canio. Capitan Totò Di Natale si esalta realizzando una tripletta nei primi 40 minuti, mentre Floro Flores chiude i conti al 10' della ripresa (anche se in evidente fuorigioco). Mister Guidolin gongola: i bianconeri condividono il settimo posto con Palermo e Genoa a 17 punti, portandosi a sole quattro lunghezze dal terzo posto (occupato dal Napoli) e allontanandosi dalla zona retrocessione, sei gradini sotto (oggi sarebbero in B Brescia, Cesena e Bari). Il prossimo impegno sarà all'Olimpico contro la Roma di Ranieri, nell'anticipo di sabato alle 18. Vincere significherebbe scalare la classifica ed avvicinarsi agli obiettivi stagionali, mai dichiarati ma limpidi nella mente di patron Pozzo. L'Europa.

venerdì 12 novembre 2010

Grazie ai nostri lettori!

Grazie a tutte le lettrici e a tutti i lettori del blog di "Mandi Mandi"! In poco più di una settimana abbiamo quasi raggiunto i 300 contatti, con un gradimento molto soddisfacente: dal primo sondaggio è risultato che a più del 50% dei votanti il blog piace "moltissimo"; per il 20% è una "bella idea"; mentre una percentuale irrisoria ci ha consigliato di "cambiare mestiere"... Beh, non siamo così presuntuosi da pensare che tutti ci amino, lavoreremo sodo per mantenere questo trend, e migliorarlo se possibile! A questo proposito, saremmo lieti di ricevere consigli e richieste da voi lettori, potete scriverci a questo indirizzo di posta elettronica: bello.mandimandi@gmail.com. In particolare, vorremmo raccontare le storie dei friulani sparsi per i cinque continenti. Abbiamo lettori dal Brasile, dall'Argentina, da Singapore e dagli Stati Uniti, oltre che dal Canada e dall'Italia. Perché non condividiamo le nostre esperienze e le diffondiamo ai nostri amici corregionali? Noi abbiamo cominciato, tu cosa aspetti?

martedì 9 novembre 2010

Mandi

Tragedia in casa Gambin, è morta anche Sergina

TORONTO - Ora le ferite sono due, il dolore è doppio. A meno di due settimane dalla scomparsa di Luigi Gambin, presidente della Famee Furlane di Toronto, ci ha lasciato anche la moglie Sergina, che aveva solo 54 anni. Il cadavere, trovato in casa dal nipote domenica mattina, è stato trasportato al General Hospital di Berry, dove i medici hanno effettuato l’autopsia nella giornata di lunedì. La tragica notizia è arrivata dopo una domenica di festa per la comunità: il ritorno di Dario Zampa in Ontario. Non sono ancora note le cause del decesso di Sergina e la data del funerale. "Mandi Mandi" rivolge le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici più stretti dei Gambin: Luigi e Sergina sono stati dei veri punti di riferimento per tutti i friulani in Canada. La coppia è passata a vita migliore. Insieme.

giovedì 4 novembre 2010

Dario Zampa, a Toronto dopo 12 anni

TORONTO - Il re della canzone popolare friulana è sbarcato a Toronto ieri, per far sognare tutti i corregionali che vivono nel Paese della foglia d'acero. Nel weekend Dario Zampa rivivrà la storia della nostra Regione degli ultimi 50 anni: si esibirà venerdì sera al Fogolâr Furlan di Windsor e sabato sera alla Famee Furlane di Hamilton. Gran finale domenica, ore 1 p.m., alla Famee Furlane di Toronto, in cui proporrà un concerto in compagnia di “Vinz e i ragazzi italiani”, e rivolgerà un pensiero al presidente della Famee Luigi Gambin, scomparso una settimana fa. Cantautore folk, scrittore, ideatore e presentatore di trasmissioni tv, politico, ha speso una vita per promuovere la “friulanità” nel mondo e mettere l'accento sul concetto di “identità”. Una parola che per Dario Zampa significa «il piacere di essere qualcuno. E non è poco. Tutte le cose e le persone con le quali convivi (centra anche il carattere, il clima, la storia) fanno sì che tu sia quello che sei. Se poi tutto è basato sul denaro, come oggi succede, è chiaro che l'identità interessa a pochi».
Quand’è stata la prima volta che è venuto in Canada?
«La prima volta fu nel 1974. Del Canada ho un bellissimo ricordo: fu il primo Paese a “credere” in quello che avevo iniziato a proporre artisticamente nei primi anni Settanta. L’ho visitato in lungo e in largo, per ben 6 volte, da Halifax a Vancouver. Sicuramente ha contribuito nello spronarmi a continuare su quella strada, e sono ancora qua».
Cosa significa per lei riabbracciare i suoi corregionali all’estero?
«E' un'emozione straordinaria. In quell'abbraccio c'è un qualcosa che ci unisce, che va al di là dell'atto materiale. C'è il cuore, l'anima di una identità che ci accomuna anche se non ci conosciamo, se non ci siamo mai visti».
Come ha reagito alla notizia del decesso di Luigi Gambin, presidente della Famee Furlane di Toronto?
«La notizia mi ha veramente colpito. In Friuli pochi sapevano delle sue condizioni di salute, dunque, per molti è stato un fulmine a ciel sereno. Lo avevo incontrato lo scorso anno a Vancouver (in occasione del 30simo anniversario del Fogolâr di quella città, ndr) e ci tenevo a rivederlo a Toronto. Purtroppo il destino ha deciso così».
E’ d’accordo con la proposta di Pietro Pittaro e di alcuni politici regionali (mi riferisco a Molinaro e Fontanini) di trasformare i “fogolârs” in partner commerciali della Regione FVG?
«Posso anche essere d'accordo se però, alla base, rimane in primo piano l'identità, quella identità che ha fatto nascere i Fogolârs Furlans. Se l'immagine del Friuli deve essere solo commerciale non serve più l'Ente. Bastano le Camere di Commercio: sono più attrezzate e friulane anche quelle. Guai se viene a mancare lo scambio culturale».
Dopo una carriera piena di successi, ha ancora qualche sogno nel cassetto?
«Ne ho molti, pur sapendo che forse non si avvererà nessuno. Avrei piacere che alcune mie canzoni, ancora attuali, fossero riprese dai giovani, lasciando loro la libertà di arrangiarle a piacimento. Ho scritto un libro sulla mia vita artistica, politica, privata, sui viaggi ecc. che, forse, sarà pubblicato a breve. Avrei piacere collaborare con l'Ente Friuli nel mondo. Vorrei creare un “movimento” di giovani tutto friulano Ho nel cassetto un progetto che si chiama “FriulFest”, un “Mittelfest” (kermesse culturale che si svolge a Cividale del Friuli e sviluppa le relazioni fra la Regione e i Paesi dell’area centro-europea, ndr) tutto friulano. Vorrei fare uno spettacolo accompagnato da una grande orchestra... Sono solamente sogni, ma lasciatemi sognare».
Per maggiori informazioni sul concerto è possibile contattare la Famee Furlane di Toronto al numero 905-856-1166 o il “Patronato ACAI” al numero 416-245-4343.

Mandi Luigi

TORONTO - La malattia ha stroncato un pilastro della comunità friulana in Canada, proprio nella settimana in cui si è celebrato la “Conferenza dei protagonisti italiani nel mondo” a Villa Manin di Passariano (Udine). Martedì  26 ottobre si è spento Luigi Gambin: il presidente della “Famee Furlane” di Toronto aveva solo 64 anni, e da tempo lottava contro il cancro. Nato a Codroipo, in provincia di Udine, era sposato con Sergina e aveva due figli, Leonard e Lawrence. Negli anni '70 fondò la “Gambin Electric Co. Ltd.”, e poi la “DiBattista-Gambin Development Limited”. Dal 1989 presidente della “Famee Furlane” nel cuore dell'Ontario, ha contribuito alla nascita di “Villa Leonardo Gambin - FLTC Charity”, residenza per le cure a lungo termine con 168 posti letto, intitolata a suo padre e della quale è diventato il principale benefattore. Luigi Gambin è stato anche presidente del “Coro Santa Cecilia” e un membro fondatore dell’“Opera York”, oltre che membro del consiglio direttivo della “Federazione dei Fogolârs del Canada” e della “Sezione degli Alpini di Toronto”. In occasione della “Conferenza dei protagonisti italiani nel mondo”, in programma il 28 e 29 ottobre, il presidente della Regione FVG Renzo Tondo ha dichiarato: “Con la scomparsa di Luigi Gambin, il Friuli Venezia Giulia ha perduto un grande amico ed un esponente di spicco nella nostra comunità in Canada”. Prima della kermesse, in cui ci saranno 80 personalità italiane di rilievo all’estero che discuteranno di tematiche d'attualità alla presenza del ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, Tondo ha aggiunto, anche a nome degli assessori Roberto Molinaro ed Elio De Anna, a cui competono le deleghe sui friulani all'estero: “In questo momento di dolore non possiamo che ricordare la sua passione e la sua generosità nelle tante opere realizzate. Alla famiglia giunga il nostro cordoglio e il senso della nostra amicizia”. Mandi Luigi, grazie di tutto.

Lunga vita ai fogolârs furlans

WINDSOR - C’erano tutti al congresso dei fogolârs furlans canadesi tenutosi agli inizi di settembre a Windsor. La delegazione italiana composta da Roberto Molinaro, assessore regionale all'istruzione con delega ai corregionali all'estero, Pietro Fontanini (accompagnato dalla moglie), presidente della Provincia di Udine, Pietro Pittaro (con signora) e Christian Canciani, rispettivamente presidente e delegato di “Ente Friuli nel Mondo”, è stata abbracciata da 160 “corregionali” venuti da tutto il Paese della foglia d’acero. Vancouver, Calgary, Edmonton, Thunder Bay, Toronto, Hamilton, Niagra, Ottawa, Montreal e perfino la statunitense Washington DC hanno brindato alla convention tenutasi nel fogolâr di Windsor dal 3 al 6 settembre, che ha avuto come tema i “Garofui dal sud” (i garofani del sud), in onore dalla città delle rose, Windsor appunto. «Cerchiamo di mettere nuova legna sul focolare (il fogolâr, ndr), perché la fiamma non muoia mai», dice Ivano Cargnello, presidente della federazione canadese. A fare gli onori di casa anche Sandra Pupatello, ministro provinciale per lo sviluppo economico ed il commercio, e qualche anno addietro presidente del fogolâr locale. Il congresso ha raccolto molte idee per il futuro di queste associazioni no profit. L'assessore Molinaro vede nelle associazioni dei friulani all'estero uno strumento centrale di sviluppo. «Vogliamo che i fogolârs diventino dei partner commerciali della Regione - prosegue il centrista -, puntando sul ricambio generazionale, sui giovani. Bisogna operare con loro, non per loro». Gli fa eco l'on. Pietro Fontanini. «Il problema oggi è capire come abbinare l'aspetto storico-culturale a quello più strettamente commerciale, legato alle esigenze odierne», afferma il segretario regionale leghista. Il presidente Fontanini ha poi introdotto la mostra itinerante “Il Friuli, una patria”, un progetto culturale venuto dall'Italia, a cura di Gianfranco Ellero e Giuseppe Bergamini. Pietro Pittaro, invece, racconta che recentemente il Friuli Venezia Giulia ha ospitato 50 ragazzi provenienti dal Sud America e dal Sud Africa, laureati in diverse facoltà, che hanno espresso il desiderio di conoscere la realtà delle terre d'origine dei propri padri. Sono stati inseriti in aziende dell'industria, dell'agricoltura, all'università e nel settore dell'archeologia. «Abbiamo sempre più bisogno di questo tipo di scambi reciproci nel mondo globalizzazione», spiega il presidente. E a chi gli dice che la crisi ha congelato i finanziamenti per lanciare nuovi bandi, Pietro Pittaro risponde: «Gli uomini fanno i mezzi, non viceversa. Bisogna razionalizzare le risorse per fare partire i progetti, cercando nuove soluzioni».

Nasce il blog di "Mandi Mandi"

TORONTO - Amiche e amici di "Mandi Mandi" bentrovati sul blog della trasmissione radiofonica friulana più amata del Canada. Paolo Canciani, ideatore e conduttore del programma che va in onda ogni venerdì mattina alle 10 (ora di Toronto, corrispondenti alle 16 italiane) su Radio CHIN 1540, mi ha affidato il compito di curare una rubrica di approfondimento sulla comunità italo-canadese in Ontario. Un blog è la maniera migliore per festeggiare l'ottavo anniversario di "Mandi Mandi"! Per chi ancora non la conoscesse, "Mandi Mandi" si articola su interviste e dibattiti inerenti la comunità dei friulani nel Paese della foglia d'acero, servizi giornalistici dal Friuli in cooperazione con la sede regionale della Rai, musiche e canzoni tradizionali. La trasmissione ha visto la luce il 15 ottobre 2003, e in meno di quattro anni di programmazione è divenuta il centro catalizzatore delle attività della comunità friulana del Sud Ontario, forte di una presenza di circa 70mila nostri connazionali (dei quali ben 48mila nella Gran Toronto e zone limitrofe). Ha durata di 30 minuti. Io invece mi chiamo Mattia Bello, vengo da Codroipo (in provincia di Udine) e sono un freelance. Da aprile sono a Toronto per approfondire la conoscenza della lingua inglese e fare esperienza internazionale nel ramo giornalistico.
Come si dice, "se son rose"... Buona lettura!