WINDSOR - C’erano tutti al congresso dei fogolârs furlans canadesi tenutosi agli inizi di settembre a Windsor. La delegazione italiana composta da Roberto Molinaro, assessore regionale all'istruzione con delega ai corregionali all'estero, Pietro Fontanini (accompagnato dalla moglie), presidente della Provincia di Udine, Pietro Pittaro (con signora) e Christian Canciani, rispettivamente presidente e delegato di “Ente Friuli nel Mondo”, è stata abbracciata da 160 “corregionali” venuti da tutto il Paese della foglia d’acero. Vancouver, Calgary, Edmonton, Thunder Bay, Toronto, Hamilton, Niagra, Ottawa, Montreal e perfino la statunitense Washington DC hanno brindato alla convention tenutasi nel fogolâr di Windsor dal 3 al 6 settembre, che ha avuto come tema i “Garofui dal sud” (i garofani del sud), in onore dalla città delle rose, Windsor appunto. «Cerchiamo di mettere nuova legna sul focolare (il fogolâr, ndr), perché la fiamma non muoia mai», dice Ivano Cargnello, presidente della federazione canadese. A fare gli onori di casa anche Sandra Pupatello, ministro provinciale per lo sviluppo economico ed il commercio, e qualche anno addietro presidente del fogolâr locale. Il congresso ha raccolto molte idee per il futuro di queste associazioni no profit. L'assessore Molinaro vede nelle associazioni dei friulani all'estero uno strumento centrale di sviluppo. «Vogliamo che i fogolârs diventino dei partner commerciali della Regione - prosegue il centrista -, puntando sul ricambio generazionale, sui giovani. Bisogna operare con loro, non per loro». Gli fa eco l'on. Pietro Fontanini. «Il problema oggi è capire come abbinare l'aspetto storico-culturale a quello più strettamente commerciale, legato alle esigenze odierne», afferma il segretario regionale leghista. Il presidente Fontanini ha poi introdotto la mostra itinerante “Il Friuli, una patria”, un progetto culturale venuto dall'Italia, a cura di Gianfranco Ellero e Giuseppe Bergamini. Pietro Pittaro, invece, racconta che recentemente il Friuli Venezia Giulia ha ospitato 50 ragazzi provenienti dal Sud America e dal Sud Africa, laureati in diverse facoltà, che hanno espresso il desiderio di conoscere la realtà delle terre d'origine dei propri padri. Sono stati inseriti in aziende dell'industria, dell'agricoltura, all'università e nel settore dell'archeologia. «Abbiamo sempre più bisogno di questo tipo di scambi reciproci nel mondo globalizzazione», spiega il presidente. E a chi gli dice che la crisi ha congelato i finanziamenti per lanciare nuovi bandi, Pietro Pittaro risponde: «Gli uomini fanno i mezzi, non viceversa. Bisogna razionalizzare le risorse per fare partire i progetti, cercando nuove soluzioni».
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