TORONTO - Il re della canzone popolare friulana è sbarcato a Toronto ieri, per far sognare tutti i corregionali che vivono nel Paese della foglia d'acero. Nel weekend Dario Zampa rivivrà la storia della nostra Regione degli ultimi 50 anni: si esibirà venerdì sera al Fogolâr Furlan di Windsor e sabato sera alla Famee Furlane di Hamilton. Gran finale domenica, ore 1 p.m., alla Famee Furlane di Toronto, in cui proporrà un concerto in compagnia di “Vinz e i ragazzi italiani”, e rivolgerà un pensiero al presidente della Famee Luigi Gambin, scomparso una settimana fa. Cantautore folk, scrittore, ideatore e presentatore di trasmissioni tv, politico, ha speso una vita per promuovere la “friulanità” nel mondo e mettere l'accento sul concetto di “identità”. Una parola che per Dario Zampa significa «il piacere di essere qualcuno. E non è poco. Tutte le cose e le persone con le quali convivi (centra anche il carattere, il clima, la storia) fanno sì che tu sia quello che sei. Se poi tutto è basato sul denaro, come oggi succede, è chiaro che l'identità interessa a pochi».
Quand’è stata la prima volta che è venuto in Canada?
«La prima volta fu nel 1974. Del Canada ho un bellissimo ricordo: fu il primo Paese a “credere” in quello che avevo iniziato a proporre artisticamente nei primi anni Settanta. L’ho visitato in lungo e in largo, per ben 6 volte, da Halifax a Vancouver. Sicuramente ha contribuito nello spronarmi a continuare su quella strada, e sono ancora qua».
«La prima volta fu nel 1974. Del Canada ho un bellissimo ricordo: fu il primo Paese a “credere” in quello che avevo iniziato a proporre artisticamente nei primi anni Settanta. L’ho visitato in lungo e in largo, per ben 6 volte, da Halifax a Vancouver. Sicuramente ha contribuito nello spronarmi a continuare su quella strada, e sono ancora qua».
Cosa significa per lei riabbracciare i suoi corregionali all’estero?
«E' un'emozione straordinaria. In quell'abbraccio c'è un qualcosa che ci unisce, che va al di là dell'atto materiale. C'è il cuore, l'anima di una identità che ci accomuna anche se non ci conosciamo, se non ci siamo mai visti».
Come ha reagito alla notizia del decesso di Luigi Gambin, presidente della Famee Furlane di Toronto?
«E' un'emozione straordinaria. In quell'abbraccio c'è un qualcosa che ci unisce, che va al di là dell'atto materiale. C'è il cuore, l'anima di una identità che ci accomuna anche se non ci conosciamo, se non ci siamo mai visti».
Come ha reagito alla notizia del decesso di Luigi Gambin, presidente della Famee Furlane di Toronto?
«La notizia mi ha veramente colpito. In Friuli pochi sapevano delle sue condizioni di salute, dunque, per molti è stato un fulmine a ciel sereno. Lo avevo incontrato lo scorso anno a Vancouver (in occasione del 30simo anniversario del Fogolâr di quella città, ndr) e ci tenevo a rivederlo a Toronto. Purtroppo il destino ha deciso così».
E’ d’accordo con la proposta di Pietro Pittaro e di alcuni politici regionali (mi riferisco a Molinaro e Fontanini) di trasformare i “fogolârs” in partner commerciali della Regione FVG?
«Posso anche essere d'accordo se però, alla base, rimane in primo piano l'identità, quella identità che ha fatto nascere i Fogolârs Furlans. Se l'immagine del Friuli deve essere solo commerciale non serve più l'Ente. Bastano le Camere di Commercio: sono più attrezzate e friulane anche quelle. Guai se viene a mancare lo scambio culturale».
Dopo una carriera piena di successi, ha ancora qualche sogno nel cassetto?
«Ne ho molti, pur sapendo che forse non si avvererà nessuno. Avrei piacere che alcune mie canzoni, ancora attuali, fossero riprese dai giovani, lasciando loro la libertà di arrangiarle a piacimento. Ho scritto un libro sulla mia vita artistica, politica, privata, sui viaggi ecc. che, forse, sarà pubblicato a breve. Avrei piacere collaborare con l'Ente Friuli nel mondo. Vorrei creare un “movimento” di giovani tutto friulano Ho nel cassetto un progetto che si chiama “FriulFest”, un “Mittelfest” (kermesse culturale che si svolge a Cividale del Friuli e sviluppa le relazioni fra la Regione e i Paesi dell’area centro-europea, ndr) tutto friulano. Vorrei fare uno spettacolo accompagnato da una grande orchestra... Sono solamente sogni, ma lasciatemi sognare».
Per maggiori informazioni sul concerto è possibile contattare la Famee Furlane di Toronto al numero 905-856-1166 o il “Patronato ACAI” al numero 416-245-4343.
E’ d’accordo con la proposta di Pietro Pittaro e di alcuni politici regionali (mi riferisco a Molinaro e Fontanini) di trasformare i “fogolârs” in partner commerciali della Regione FVG?
«Posso anche essere d'accordo se però, alla base, rimane in primo piano l'identità, quella identità che ha fatto nascere i Fogolârs Furlans. Se l'immagine del Friuli deve essere solo commerciale non serve più l'Ente. Bastano le Camere di Commercio: sono più attrezzate e friulane anche quelle. Guai se viene a mancare lo scambio culturale».
Dopo una carriera piena di successi, ha ancora qualche sogno nel cassetto?
«Ne ho molti, pur sapendo che forse non si avvererà nessuno. Avrei piacere che alcune mie canzoni, ancora attuali, fossero riprese dai giovani, lasciando loro la libertà di arrangiarle a piacimento. Ho scritto un libro sulla mia vita artistica, politica, privata, sui viaggi ecc. che, forse, sarà pubblicato a breve. Avrei piacere collaborare con l'Ente Friuli nel mondo. Vorrei creare un “movimento” di giovani tutto friulano Ho nel cassetto un progetto che si chiama “FriulFest”, un “Mittelfest” (kermesse culturale che si svolge a Cividale del Friuli e sviluppa le relazioni fra la Regione e i Paesi dell’area centro-europea, ndr) tutto friulano. Vorrei fare uno spettacolo accompagnato da una grande orchestra... Sono solamente sogni, ma lasciatemi sognare».
Per maggiori informazioni sul concerto è possibile contattare la Famee Furlane di Toronto al numero 905-856-1166 o il “Patronato ACAI” al numero 416-245-4343.
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